Consapevolezza e punti ciechi


"Le proprietà terapeutiche della consapevolezza sono davvero infinite!", scriveva John Whitmore, parlando di 'punti ciechi', ovvero parti della realtà che il cliente evita di prendere in considerazione.

Nel coaching per parlare di consapevolezza, possibilità e responsabilità, si dice spesso che esistono 3 tipi di persone:
- quelle che fanno accadere le cose;
- quelle alle quali le cose succedono;
- quelle che si chiedono sorprese "cos'è successo?".

Nel primo gruppo rientrano i 'partecipanti', più o meno consapevoli di sé e del mondo, lavorano alla creazione della realtà: attivano una serie di azioni per ottenere un risultato, che se poi non è quello sperato, avranno acquisito esperienza, scoprendo 'punti ciechi', che allora 'ciechi' non saranno più. Sono alla ricerca attiva del cambiamento, continuando a percorrere i tragitti possibili verso le proprie mete.

Nel secondo gruppo rientrano gli 'astenuti', scarsamente consapevoli di sé, che non decidono, probabilmente convinti di essere impossibilitati ad avere la minima influenza di trasformazione. Spesso, questa impotenza è frutto di una visione parziale degli eventi: considerano solo il 'problema' di partenza e la 'soluzione' d'arrivo, il 'fallimento' possibile e il 'successo' sperato; il 'punto cieco' è il processo che porta dall'uno all'altro. Se ciò che immaginiamo accada è solo vincere o fallire, la paura di non farcela è l'ostacolo e la frustrazione da impotenza, la condanna.

Nel terzo gruppo troviamo gli 'assenti', ai quali la consapevolezza manca completamente. Non solo non partecipano, ma non possono neppure vedere cosa accade dentro ed attorno a loro. L'esercizio quotidiano è mantenere tutto com'é per poter rivivere -giorno dopo giorno- una 'normalità' assai rassicurante. Per tutti i bisogni insoddisfatti, si nutrono di virtualità.

La semplificazione qui sopra, mi serve per accendere l'attenzione sulla diversa consapevolezza che agiamo nel nostro quotidiano; magari siamo 'partecipanti' appassionati sul lavoro e 'astenuti' spaventati in amore, o 'assenti' stralunati nella cura di noi stessi...

L'invito, quindi, è di prenderti un minuto per scrivere su un foglio bianco quanto ti percepisci consapevole (partecipo - mi astengo - sono assente) nelle 3 mega aree della tua vita: 
- LAVORO 
- AMORE
- CURA PERSONALE

Intanto pensarlo. Intanto scriverlo. Intanto stare con quell'emozione spiacevole (ma funzionale) che potrebbe derivarne. E qualcosa comincia a cambiare...

Buon lavoro!

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