I vostri figli

http://www.pinakoteka.zascianek.pl/Wyspianski/Wysp_Iliada.htm
I vostri figli non sono figli vostri:
sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita.
Nascono per mezzo di voi, ma non da voi.
Dimorano con voi e tuttavia non vi appartengono.

Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee, 
perché essi hanno le loro idee. 
Potete dare una casa al loro corpo, 
ma non alla loro anima,
perché la loro anima abita la casa dell'avvenire
che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di tenere il loro passo, 
ma non pretendere di renderli simili a voi,
perché la vita non torna indietro né può fermarsi a ieri.

Voi siete l'arco dal quale, come frecce vive,
i vostri figli sono lanciati in avanti.

L'arciere mira al bersaglio sul sentiero dell'infinito
e vi tiene tesi con tutto il suo vigore
affinché le sue frecce possano 
andare veloci e lontane.
Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell'Arciere,
poiché Egli ama in egual misura 
e le frecce che volano
e l'arco che rimane saldo.  

(Kahlil Gibran)


Dopo quasi 2 anni di assenza dal blog, scelgo questa immensa poesia di Kahlil Gibran per riprendere il tema centrale, quello dell'esplorazione esistenziale. 

Esplorazione che noi adulti possiamo favorire nei ragazzi, fornendo amore con stabilità e speranza, o ostacolare, proiettando su di loro le nostre paure del fallimento, i nostri mancati appuntamenti con la vita.

I giovani partiranno comunque "sul sentiero dell'infinito (...) la loro anima abita la casa dell'avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni".

Loro, comunque, ci lasceranno indietro: sia per inoltrarsi nella realtà, sicuri di una relazione fiduciosa e fortificante, sia per scappare lontano, delusi, sminuiti, adirati.

Come diventare una salda guida che trasmette energia?

Per essere una buona guida, bisogna essere degli esperti viaggiatori...


L'arciere é concentrato su sé, si esercita con passione e costanza. Esplora l'appoggio dei piedi, la spina dorsale in linea con il bacino, attento al proprio movimento, alla forza che carica sui flettenti dell'arco, robusti ed elastici: accoglie la freccia, mira e la lascia... la accoglie, mira e la lascia... 
Il suo sguardo, subito prima di liberare la freccia, va sulla punta, sull'elemento più fine!

Il compito più importante e più difficile al quale siamo chiamati (tutti!) è spingere i ragazzi oltre ciò che sappiamo di loro, concentrati ed attenti a ciò che li distingue e li rende unici e felici, sostenendoli nell'esplorazione della propria vita, nella ricerca di quel profondo, esclusivo, unico appagamento insito nel divenire quel tutto che già si è

Buona mira!

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