la bellezza dell'insicurezza

c’è bisogno di insicurezza e nessuno ne parla.

mentre di bisogno di sicurezza si parla e si sa molto; è presente in ogni essere umano, motivazione e guida d’ogni fase di sviluppo: la madre (la famiglia) che disseta, nutre e cura, diventa subito soluzione al dolore del neonato, garanzia di sopravvivenza.

e in egual misura, per lo sviluppo e la crescita, servono esperienze di vuoto, di solitudine e di mancanza.

la sete, la fame, il bisogno di cure, attivano il pianto del neonato, il suo primo processo comunicativo.
il mistero del segno scritto, canalizza l’indomabile energia del bambino sul libro.
la solitudine smussa le asperità dell’adolescente, inserendolo nella vita sociale.
l’ormai ‘stretta’ convivenza con i genitori, spinge il giovane adulto fuori di casa, alla ricerca della propria individualità, incaricandosi dell’impegno e della fatica del lavoro.
la paura della morte apre la coscienza alla cura e all’amore per l’altro. spostando l’attenzione esclusiva da se stessi, dal proprio bene, al bene condiviso con altre persone, il senso della vita si amplia, sconfinando, coinvolgendosi, allargandosi nella comunità.

la soluzione di tutte queste scommesse incerte suscita un senso di appagamento, ma è l’insicurezza a girare la chiave dello starter, ad attivare le infinite risorse che ognuno possiede.

i genitori sensibili, gli insegnanti attenti, sanno che soddisfare -a volte anticipando- ogni richiesta esposta, inibisce quell’insicurezza necessaria a sollecitare le intelligenze e le potenzialità.

la crisi epocale che il mondo attraversa, è il neonato che piange per esternare il disagio; è il bambino che imparando, passa attraverso la frustrazione dell’errore; è l’adolescente sofferente che sacrifica un po’ di favola alla realtà; è il giovane adulto che, timoroso, si fa carico delle proprie responsabilità.

l’esploratore ama l’insicurezza: studia, pianifica e affronta il rischio.
sa che la crisi è la fine del ciclo. l’inizio di un nuovo viaggio.

“di regola, le avversità rivelano il genio e la prosperità lo cela.”

(quintus horatius flaccus)

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